Elea, un computer
pioniere italiano al Museo della
Scienza e della Tecnologia
L'Olivetti Elea 9003, del 1959, non fu soltanto il primo calcolatore
elettronico italiano, ma anche uno dei primissimi al mondo costruito interamente a transistor, che consentiva prestazioni
(velocità e affidabilità) assai maggiori e dimensioni
molto più contenute rispetto ai precedenti sistemi a valvole.
L'Elea 9003 nacque dal suggerimento di un grande scienziato italiano, Enrico Fermi; fu infatti da una sua proposta che
nel 1954 venne avviata una attività di ricerca in questo campo
presso l'Università di Pisa, cui si associò l'Olivetti. Adriano Olivetti aveva infatti intuito la grande
potenzialità degli elaboratori elettronici e l'interesse a
entrare in un mercato allora agli albori.
Multiprogrammazione
Oltre alla completa transistorizzazione, l'Elea 9003 presentava soluzioni d'avanguardia anche dal punto di vista logico e funzionale,
quali la possibilità di operare in multiprogrammazione (fino
a 3 processi in parallelo), il concetto di "interrupt" (ossia
la sospensione temporanea del processo in corso per dare altre priorità)
e la capacità di gestire un'ampia gamma di unità periferiche.
L'Elea 9003 aveva un'unità centrale in grado di elaborare 100.000
informazioni al secondo, con una memoria a nuclei di ferrite
espandibile da 20 a 160 KB. Una caratteristica particolare dell'Elea
era la possibilità di gestire fino a 20 unità a nastro
magnetico, per una capacità complessiva di oltre 500
MB.
Il design
Accanto al progetto logico ed elettronico, molta attenzione venne
data al design, perché Adriano Olivetti soleva dire che "il
design è l'anima di un prodotto". Questo compito venne
affidato ad un giovane architetto, Ettore Sottsass jr.,
che riuscì a coniugare l'eleganza con la funzionalità;
in particolare, nell'Elea, contrariamente agli altri computer dell'epoca,
i cavi che collegavano le varie unità del sistema erano posti
in alto, entro apposite canalette, evitando così onerose sottopavimentazioni.
Come si lavorava con un computer del genere? Le informazioni potevano
essere introdotte utilizzando dispositivi diversi, dalla scheda perforata
al nastro magnetico. L'unità centrale restituiva i risultati
delle elaborazioni attraverso stampanti (il monitor come periferica
di output non esisteva ancora), oltre che sui dispositivi di input
citati in precedenza. La programmazione avveniva in linguaggio
macchina; infatti solo negli anni '60 si diffonderanno i
linguaggi di programmazione di alto livello (FORTRAN, COBOL). È
interessante notare la realizzazione in software di funzionalità
operative del sistema, un orientamento che si sarebbe poi imposto
su larga scala.
L'Elea
9003, primo elaboratore elettronico interamente progettato in
Italia, venne presentato alla
Fiera di Milano
del 1959. Era un sistema d'avanguardia per la concezione logica
e la tecnologia, ma anche per il design. Un esemplare è
parzialmente conservato al Museo
della Scienza e della Tecnologia di Milano.
Intervista a Franco Filippazzi
Il contesto
Bibliografia
.:. F. Filippazzi, G. Sacerdoti. Progetto
Elea: il primo computer made in Italy. (Atti del Convegno internazionale
sulla storia del calcolo automatico e dell'informatica, Siena, 10-12
settembre 1991)
.:. Dal Quipo al Chip (catalogo della mostra), SMAU 1987
.:. F.
Filippazzi, Il computer tra fantasia e realtà, CUEN
1996
.:. G. Di Stasio, Le origini dell'informatica
in Italia: Elea 9003, in MC Microcomputer 178, novembre 1997
Coordinamento di progetto: Giuliano Gaia, Enrico Miotto.
Testi di Giuliano Gaia.
Si ringraziano Franco Filippazzi, Gianfranco Soresini, Corrado Giustozzi,
Gianfranco Nizzica.