Breve storia di un teatro nato per fare il maestro sostituto
.:. Le indicazioni turistiche non sono un piatto forte di Milano. Ci sono ancora, è vero, parecchi cartelli gialli o marroni – a seconda delle generazioni della segnaletica – piazzati davanti a piccoli e grandi landmark cittadini: dai palazzi alle chiese, dai giardini ai tratti di mura spagnole, fino a certe private abitazioni entrate a buon diritto nei manuali di storia dell'architettura. Questi cartelli hanno testo sommario, ma sono generalmente ben fatti: dicono che cos'è questa “cosa” che stiamo vedendo, chi l'ha costruita, date di inizio e fine lavori. Nella generazione marrone della segnaletica ci sono perfino riferimenti colorati a epoche o stili.
In giro per Milano, però, non sono poi tante le indicazioni turistiche che ti guidino, che ti indirizzino, che ti dicano quale direzione prendere per andare, diciamo, alla Scala o al Museo Poldi Pezzoli. Pazienza, si dirà... Basta avere un telefonino con un GPS incorporato oppure, vecchia scuola, chiedere ai passanti.
A questa regola pratica fanno eccezione le frecce stradali che indicano il Teatro degli Arcimboldi. Di queste ce ne sono parecchie. Indicazioni per gli Arcimboldi appaiono addirittura in periferia, attraverso quartieri che sono obbiettivamente di scarsa frequentazione turistica come Turro o Greco. E ci si chiede il perché.
La ragione è che le frecce per gli Arcimboldi – che ora non servono più praticamente a nessuno – servivano qualche anno fa ai milanesi. Non ai turisti servivano (“I turisti? Che si arrangino!...”), ma ai milanesi. Per questo ce ne sono in giro ancora parecchie, anche in periferia. Entro il 2002 e fino al 2004 – durante i lavori di sistemazione e di messa a norma (in pratica quasi di ricostruzione) del centralissimo Teatro alla Scala – il periferico Teatro degli Arcimboldi è stato appositamente costruito (da un grande nome dell'architettura milanese come Gregotti Associati) per fare da sede provvisoria al maggiore teatro lirico nazionale.
Al serio compito gli Arcimboldi hanno risposto tutto sommato abbastanza bene, salvo il crollo iniziale di un grosso pannello interno (fuori orario: senza danni alle persone) e qualche inevitabile protesta dei fan più incalliti. Ma all'inizio nemmeno gli abbonati alla Scala, nemmeno gli appassionati d'opera, nemmeno i loggionisti sapevano come arrivarci. Per questo le frecce. Ora il teatro periferico, che naturalmente è rimasto, fa vita più normale. Musical, concerti, spettacoli.
Rimane soltanto da chiederci perché il teatro supplente sia stato intitolato agli Arcimboldi. Il nome suona bene: è milanesissimo, è curioso, ha un'aura quasi da circo ma da circo colto, quasi raffinato. Ma chi erano questi Arcimboldi, perché di personaggi – di personaggi storici – si tratta.
Gli Arcimboldi erano una famiglia del patriziato ambrosiano, entrata anche nella storia dell'arte per via di Giuseppe Arcimboldi, pittore cinquecentesco curiosissimo e inconfondibile, che componeva busti umani assemblando pesci, verdure, fiori, libri. Una loro residenza di campagna di origini quattrocentesche, la Bicocca degli Arcimboldi, era rimasta inglobata durante il '900 dal progressivo crescere degli stabilimenti Pirelli lungo l'asse di Viale Zara - Viale Fulvio Testi, accanto alla parallela minore Via Arbe.
La Bicocca ha dato nome al quartiere, gli Arcimboldi al teatro.
[Mario Panzeri]