La città nascosta, tra oleografia e scoperte ancora da fare
.:. C'è una Milano della moda e del design, una Milano - spesso intrecciata alla prima - di università e centri di formazione specializzata, una Milano del volontariato e dell'ecologia, varie Milano della musica (dalla Società del Quartetto fino alla Salumeria e ai negozi specializzati con il loro pubblico espertissimo), una Milano delle istituzioni finanziarie.
Con la possibile eccezione dei gruppi dirigenti di quest'ultima, sono tutte Milano giovani.
.:. C'è però anche una Milano più avanti negli anni che sta sotto a tutte queste cose: una città poco luccicante di glamour, anche se con le sue perle assolute, come il Duomo, l'Ultima Cena, Carlo Porta, Alessandro Manzoni, il binario 21 della Stazione Centrale (dove nazisti e repubblichini di Salò ammassavano gli ebrei e i "politici" da deportare), Alda Merini e Nanni Svampa.
È la Milano della memoria, della storia, delle persone e di quello che fanno o hanno fatto veramente.
.:. Questa città vera, che include anche le liti condominiali e il rapporto contrastato con chi in città non ci è nato (dal bulgaro meraviglioso che si prende cura della fabbrica trasformata in loft, fino ai marocchini che ti si infilano in ufficio e con destrezza ti portano via il portafoglio), si colloca - appunto - "sotto" le altre Milano.
Sostiene per intero - con milioni di vicende e di fatti compiuti, delusioni e soddisfazioni da tutti i giorni - le altre molteplici facce della metropoli, più appariscenti e più chiacchierate su quotidiani e social network.
.:. Se le cose stanno così, è buona cosa che esista - a memoria d'uomo, verrebbe da dire - una piccola solida casa editrice che di questa Milano si occupa, ed è buona cosa che da venticinque anni sia pubblicata sul milanesissimo
Corriere della Sera una rubrica fissa dove il giornalista Giuseppe Tesorio (classe 1934) scandaglia e fa riaffiorare con metodo i francobolli, i pezzettini di puzzle, i riquadri di pittura a fresco che sorreggono la città.
.:. Forse la Milano di Tesorio è un po' sul lato vernacolare. Non disdegna i toni da cronaca nera, quando rievoca le tinte fosche del matrimonio di Tomaso Marino (quello del palazzo ora comunale, cinque o sei secoli fa) o le malefatte del serial killer di Via Bagnera (più vicino nel tempo, comunque prima di Jack lo Sventratore), oppure quando rischia l'oleografia sulla Madonnina e i Cristi scolpiti che - narra la leggenda - si volgono con compassione.
Insomma, se ci fosse ancora la vecchia "Quelli della notte" di Renzo Arbore, quelli di Tesorio potrebbero essere qualche volta liquidati come "nanetti" (aneddoti, nel gergo di Nino Frassica) piuttosto che come frammenti di memoria.
Ma la memoria risulta per definizione vecchia, per questo talvolta fallace o nebbiosa, e anche di aneddoti è innegabilmente composta.
.:. Un'ultima cosa - importante. La raccolta di articoli di Tesorio è pensata come una guida. La si può usare passeggiando, o per trovare luoghi da passeggiare consapevolmente. Bene.
[Mario Panzeri]
Milano è brutta bruttissima quasi romantica
Giuseppe Tesorio, MilanoExpo, 2011
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