Mai più come nel 1944 e nel 1945
.:. Avere una Piazza Loreto non è caratteristica tipica di Milano. La cittadina di Loreto, nella regione italiana delle Marche, è famosa in tutto il mondo cristiano perché la tradizione vuole atterrasse là, trasportata in volo da angeli, la casa natale di Maria di Nazareth, la madre del Salvatore figlio di Dio. A Loreto, attorno a questa Santa Casa si fondò un santuario: il santuario di Loreto.
Non è strano, quindi, che in molte città del mondo ci siano santuari cattolici intitolati a quello originario di Loreto (santuari di Loreto si trovano per esempio a Praga, a Nuoro in Sardegna o a Pittsburgh negli Stati Uniti), oppure almeno qualche luogo urbano – una piazza, una via, un viale – intitolati a Loreto.
La Piazza Loreto di Milano, però, non ha chiese, ed è nota piuttosto per due fatti tragici accaduti nelle fasi finali della seconda guerra mondiale.
Il primo di questi fatti avvenne il 10 agosto 1944, con la fucilazione da parte degli occupanti tedeschi e di militi della Repubblica di Salò di quindici milanesi, scelti – sembra a caso, comunque per decisione del responsabile delle SS per Milano – fra gli antifascisti tenuti nel carcere cittadino di San Vittore: fra di loro, Giulio Casiraghi e l'ingegner Umberto Fogagnolo, che nel marzo dell'anno precedente avevano contribuito a organizzare (da operaio il primo, da dirigente della Ercole Marelli il secondo) significativi scioperi contro l'occupazione nelle fabbriche della cintura industriale verso Sesto San Giovanni. Furono uccisi all'alba, i cadaveri lasciati appositamente in vista durante la giornata, sorvegliati in armi perché a nessuno fosse concesso un gesto di pietà.
La fucilazione dei quindici che sarebbero passati alla storia come “Martiri di Piazza Loreto” era stata decisa dagli occupanti come immediata rappresaglia a un attentato partigiano compiuto l'8 agosto nel vicino Viale Abruzzi. Era saltato in aria un autocarro tedesco, uccidendo due occupanti e quattro italiani, più diciotto feriti.
Reciproca assenza di pietà si ebbe meno di un anno più tardi – a guerra ormai terminata e a sconfitta dell'Asse italo-tedesco-giapponese definita – quando i corpi dell'ex capo di governo e fondatore del fascismo Benito Mussolini, della sua compagna Claretta Petacci (uccisi insieme a Mezzegra il 29 aprile 1945) e di quattro gerarchi furono lasciati appesi a testa in giù nella medesima Piazza Loreto, accanto ad altri cadaveri fino a un totale di quindici.
Gli Alleati ottennero che i corpi esposti in Piazzale Loreto fossero rimossi.